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Black Stain: macchioline nere sui denti dei bambini

Un batterio che si lega al ferro presente nella saliva e si toglie solo con l’igiene dentale professionale.

Capitano in studio genitori preoccupati per queste macchioline nere o scure che non se ne vanno con lo spazzolino. Molti di loro temono che siano carie, alcuni vengono mal informati e temono si tratti di funghi. Per questi motivi riteniamo necessario far chiarezza sulle Black Stain, le macchioline che a volte sporcano i denti dei nostri bambini.

Le Black Stain sono delle discromie causate dalla presenza di batteri cromogeni nel cavo orale che si legano al ferro, creando delle macchie scure. Si presentano più frequentemente in età pediatrica, ma anche gli adulti ne possono soffrire.

Cos'è il Black Stain

Il pigmento delle Black Stain è formato da un composto ferrico insolubile di colore nero, depositato sulla superficie dentale a seguito della reazione chimica tra i batteri cromogeni e l’eccesso di ferro presente nella saliva. In generale le discromie dentali, che rappresentano uno dei principali nemici estetici del sorriso, si classificano in pigmentazioni estrinseche, ovvero che colpiscono solo la superficie del dente, ed intrinseche ovvero coinvolgono i tessuti duri del dente.

Agnese Cosi – Rivista Italiana Igiene Dentale 2018;14(1):9-12.

Trattamento Classico

Il trattamento classico utilizzato per la rimozione delle Black Stain, che risulta alquanto difficile con tecniche domiciliari, consiste nella seduta di igiene orale professionale. Questa soluzione risolve solo momentaneamente i problemi estetici, ma non cura le cause della formazione di questi pigmenti.

I risultati si possono però mantenere utilizzando i prodotti di igiene giusti, ad esempio la line GLIC di Emoform risulta efficace.  Il Collutorio Emoform® Glic, consigliato in abbinamento al dentifricio Emoform® Glic per arrivare in quelle zone difficilmente raggiungibili con lo spazzolino, garantisce una protezione naturale ed un’efficace azione antiossidante grazie al sistema LBC Complex.
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La formula si completa con:
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Testato anche sul paziente diabetico.

Origine e caratteristiche

Le black stain furono descritte da Wilkins nel 2005 come macchie nere aventi un aspetto lineare e che presentano anche punti di incompleta coalescenza, caratteristici di tale pigmentazione, che raramente si estendono oltre il terzo cervicale della corona, ma che possono interessare anche la base dei solchi e delle fosse dentali.

A favorire lo sviluppo di un microbiota cromogeno, può essere il regolare consumo di alimenti ricchi in ferro e di integratori vitaminici contenenti ioni ferrici durante la gravidanza o la prima infanzia. Inoltre, la pigmentazione nera, come anche lo sviluppo di colorazioni o pigmentazioni varie sulla superficie dei denti, è dovuta anche alle proteine salivari ricche in prolina. Quest’ultima ha un’elevata affinità di legame con composti fenolici e polifenolici ampiamente presenti negli alimenti vegetali e nelle bevande incluso il vino rosso.

Struttura ed eziologia

L’esame ultrastrutturale delle Black Stain ha rivelato la presenza di microrganismi incorporati all’interno della matrice, quasi tutti di specie Gram-positive. Recenti analisi della PCR di campioni di placca in bambini con Black Stain hanno inoltre mostrato un numero significativamente maggiore di Actinomyces naeslundii e un numero inferiore di Lactobacillus spp. rispetto a campioni di placca non pigmentata.

L’eziologia poco chiara delle Black Stain rende difficile distinguere i fattori associati alla sua formazione. Alcuni autori hanno cercato di trovare le correlazioni tra stato socioeconomico, età, genere, dieta, igiene orale, farmaci e prevalenza di Black Stain ma i risultati si sono rivelati inconsistenti. Sono presenti dati conflittuali sull’influenza dell’igiene orale ed anche la prevalenza indica una distribuzione uguale di genere, in età pediatrica.

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